LAP BIRTHDAY:VOULEZ-VOUS COUCHER AVEC MOI, CE SOIR?

di JOJO

Era il giorno del compleanno di Joe, che anni ora avesse nessuno lo sapeva, da anni, ormai, avevano smesso di contarli e poi, che senso aveva farlo, visto che il suo volto restava sempre quello di un fanciullo di 18 anni?

A ciò pensava Albert, mentre leggeva il giornale, placidamente seduto sulla sua poltrona preferita, con quella molla ribelle che spuntava proprio dietro allo schienale, ma al suo corpo di ferro non poteva dare poi molto fastidio, solo un leggero solletico, al limite.

- Ehi, Albert! - lo chiamò Jet un po’ risentito - Perché non partecipi anche tu ai preparativi per la festa? –

Albert sollevò lo sguardo dal suo giornale, nemmeno si era reso conto che già i suoi colleghi avevano appeso alcuni addobbi colorati al soffitto, creando un vago effetto “salice piangente”, in linea col carattere di Joe.

“Picolo bastardo”, pensò Albert seccato: Joe era da sempre e da tutti ritenuto il belloccio del gruppo: aveva dei capelli assurdi, ogni anno di un colore diverso, e solo per questo, tutte le donne gli morivano dietro, perché era il protagonista, l’impavido, eppure, si disse ancora Albert, chi davvero rischiava la vita ogni giorno era proprio lui, con quella bomba nucleare che aveva nello stomaco o ovunque essa fosse!

- Nell’intestino! - gli disse quel dannato Ivan, che gli aveva letto nel pensiero, mentre svolazzava nella sua assurda culla in vimini

Nessun altro lo aveva sentito, Jet seguitava a sistemare gli addobbi sul soffitto, lo faceva da anni, da decenni, per lui nessuno si dava tanto da fare per il suo genetliaco, ad essere festeggiato era sempre e solo il protagonista, Joe, quello che si era beccato l’unica femmina del gruppo, pensò il ragazzo osservando di nascosto la bionda bellezza di Françoise.

Inutile dire, che un tempo anche lui ci aveva fatto un vago pensierino su di lei, ma la pulzella si era innamorata di Joe fin dal primo istante, non lo aveva mica nascosto e si era tenuta tutte le più assurde corna, come si diceva in gergo: principesse, umane e spaziali, ex fidanzate, semplici ragazze salvate durante le varie battaglie, si era vociferato anche su di lui e sulla panettiera che forniva loro il pane da qualche anno … Jet sperò che anche lei, come Mayumi molti lustri prima, lo abbandonasse un giorno in un deserto, quale, lo avrebbe scelto poi in un’agenzia di viaggi.

- Cosa ne dici dello Utah? - lo consigliò Ivan, fluttuando sulla sua testa, ancora in quella sua detestabile culla in vimini

“Ecco che qui la privacy va a farsi benedire!” imprecò Jet tra sé, odiando ardentemente quel piccolo russo col corpo di un neonato e la mente di un uomo, che mai, ma proprio mai, s’impicciava dei fatti propri!

Il saggio Geronimo guardò il suo amico e si chiese per quale ragione fosse tanto arrabbiato, oddio, non che Jet fosse di solito un soggetto facile: lui prendeva fuoco per nulla … oops, a prendere fuoco letteralmente era Chang il cinese, certo, ma Jet aveva quel carattere tutto impeto, rovente come i propulsori posti nei suoi piedi, quelli che ora stava imprudentemente usando per arrivare al punto più alto del soffitto.

Prese fuoco un gruppo di addobbi, si sfiorò la tragedia, l’aria divenne subito irrespirabile, Geronimo, allora, afferrò Bretagna e lo usò per spegnere l’incendio, lui non aveva fatto in tempo a trasformarsi in una coperta, dunque, rischiò qualche ustione di terzo grado, ma il dramma fu scongiurato.

Jet si scusò con tutti, Françoise lo rimproverò con lo sguardo, lui atterrò planando distrattamente sul povero Bretagna, che non aveva fatto in tempo a trasformarsi in un tappeto e rischiò così di essere brutalmente calpestato, ma quando provò a lamentarsi, un iracondo Albert gli intimò:

- Taci! Non ci rovinare la festa! –

I preparativi, intanto, proseguivano alacremente, Punma, che era costretto sistematicamente a correggere tutti sulla fonetica del suo strano nome, in quanto, alcuni ancora seguitavano a chiamarlo Puma, senza la N centrale, portò in tavola tutti gli stuzzichini che Chang stava perparando di là in cucina, roba cinese, gli altri avrebbero voluto qualcosa di tipico, patatine fritte, pizzette e panini, ma lui si era imposto dicendo che, visto che era il cuoco, era lui a decidere.

Françoise non lo aveva contestato, si era detta felice di mangiare cinese, perciò, gli altri avevano accettato per amor suo, ecco, amore …

Quanto tempo era passato, da quando Albert, Jet, Geronimo, Bretagna e Pum … ehm, Punma, non coniugavano più quella parola?

Albert si era fatto vecchio urlando il nome della sua Hilda, morta addirittura durante la seconda guerra mondiale; Jet aveva anche lui un grande amore finito e solo per qualche goccia di sangue che non aveva potuto donare un po’ di anni prima (molti) e da allora si era ritirato a vita propria; Geronimo forse nemmeno sapeva cosa fosse l’amore, il suo passato in questo senso era rimasto celato; Bretagna si dubitava esplicitamente potesse aver mai abbordato qualcuna, i suoi insuccessi con le donne erano noti a tutti e Pum … (acc) Punma, beh … cosa dire di uno che parla coi delfini?

Chang entrò nella sala in quel momento, recando tra le mani una fumante torta, un semplice Pan di spagna.

- Banale! - osservò quel dissacratore di Albert molto deluso

Il piccolo cinese dai baffi a virgola sorrise sardonico, prima di replicare offeso:

- Banale fuori, originale dentro! -

- Banale! - ribadì Albert e stavolta fu zittito da Geronimo, che usò Bretagna per colpirlo disumanamente sulla nuca, anche se Bretagna non era riuscito in tempo a trasfromarsi in una clava, e dopo, giacque semi-morto per una manciata di minuti

Françoise osservò per un po’ i suoi colleghi, tutti così carini a darsi da fare per il suo amore e lei cominciò a camminare per la sala quasi saltellando, la sua antiquata gonna a balze con i pois rosa svolazzava ad ogni suo salto, da un po’ di tempo, per esigenze di scena, era stata costretta a presentarsi in pubblico con delle protesi al silicone nel seno, che poi rimuoveva la sera (che volete, sono cyborg, appilcare qualche protesi mica richiede un intervento in anestesia generale come ai comuni mortali!), eppure, lei era rimasta sempre la dolce, ingenua, tenera, paziente, piccola ragazza francese, la ballerina in tutù che voleva ballare “Gisele”, tuttavia, GUAI a lasciare un’arma incustodita, quando lei era nei paraggi.

Di fronte ad un’arma, infatti, la dolce Françoise si trasformava in un boia senza pietà, che dirigeva il suo mirino tutte le volte contro Joe, sicuro reo di qualche tradimento, e poi, dopo aver sparato il fatale colpo, la fanciulla si gettava in terra in ginocchio urlando che lei non voleva farlo, che era stata costretta … i suoi colleghi da molto tempo non credevano più a quella storiella, ogni volta che avveniva la tragedia tra i due fidan … (no, ehm, credo siano solo due che si inseguono da 40 anni senza successo), insomma, tra i due ragazzi, portavano via il corpo di Joe, per affidarlo alle cure del Dottor. Gilmore, perché lo resuscitasse.

Ormai, non erano più Killardos, Skull o i perfidi fratelli dei Black Ghosts i veri nemici di Joe, anche loro si erano altamente seccati di inseguirlo per ammazzarlo, tanto mai ci sarebbero riusciti, era, bensì, la docile Françoise, alla quale da un po’ di mesi erano state nascoste tutte le armi e, di recente, anche i coltelli, le forchette ed addirittura i cucchiai, al fine di evitare altri drammi della follia.

Si diceva che una volta lo avesse minacciato perfino con il collo rotto di una bottiglia di Sangria, il tutto era avvenuto senza preavviso, la bottiglia era caduta, Françoise, dapprima tranquillissima, si era trasformata in una furia e con gli occhi iniettati di sangue aveva afferrato il perocoloso coccio, per puntarlo alla gola di Joe: dopo quell’episodio, qualcuno aveva vociferato su una sua possibile schizzofrenia ciclica a sfondo passionale!

Eppure, Françoise era una donna delicata, se il suo super udito o la sua super vista non afferravano un qualche tradimento del suo amato Joe, il suo carattere restava mite, volitivo, per carità, non è che mai avesse provato ad ammazzare qualcuna delle amanti di lui, ma lo aveva fatto sempre e solo perché ferita nel cuore: Joe, non la meritava!

Il Dottor. Gilmore quella sera non sarebbe tornato a casa, era fuori per un torneo di Scopone scentifico col meschino Dottor.. Gamo(n): entrambi avevano molti anni sulle spalle, non erano cyborg, ma si sospettava che si fossero votati alla chirurgia estetica per restare per sempre degli arzilli sessantenni, ad ogni modo, i 9 cyborg della banda della serie 00, erano ora liberi di fare ciò che volevano.

In realtà, il numero 9 era del tutto indicativo, perché Ivan fu spedito a letto alle 21:00: nonostante gli anni, aveva pur sempre l’aspetto di un neonato e fu richiuso, perciò, in una camera blindata ed insonorizzata, in modo che non potesse ascoltare le conversazioni dei suoi colleghi, letteralmente stanchi di essere uditi da quel moccioso-spia.

Joe tardava ad arrivare, si era recato all’autodromo per provare l’ultimo porototipo di auto da corsa, ma attenzione: provarla voleva dire “correre” al fianco dell’auto per testarne le prestazioni, era stato assunto, infatti, da una nota casa di auto da corsa giapponese, come collaudatore “a piedi”, ovvero: lui sui bolidi non ci saliva mai … il suo passato da pilota era finito e per sbarcare il lunario si adattava a fare tutto!

La sala era ormai pronta, Albert, Jet, Geronimo, Bretagna, Chang e Pum … (miseria ladra!) Punma, si accomodarono sul divano, Françoise, invece, attese l’arrivo del suo amato spiando ogni suo passo con la super vista: lo vide parlare con la signorina dell’edicola all’angolo, con la fruttivendola accanto all’edicola, con la padrona di un Setter Irlandese che abitava nella casa di fronte al fruttivendolo e all’edicola, con una civetta appollaiata su un albero della casa della padrona del Setter irlandese, con un lombrico forse femmina che strisciava sull’albero dove se ne stava appollaiata la civetta ed infine, con una formica che stava attraversando la strada, poi, finalmente, … Joe bussò al citofono!

- Eccolo! - esclamò Françoise emozionata

- E’ arrivato er principe! - avvertì Albert sarcastico

- Spegnete le luci! - ordinò Jet con voce atona

Bretagna fu allora lanciato da Geronimo contro l’interruttore della corrente, ma non aveva fatto in tempo a trasformarsi in una ciabatta, dunque, restò poi di nuovo semi-morto sul pavimento, ma nessuno se ne curò.

Era una scena che si ripeteva da decenni sempre con la stessa dinamica, tutti la conoscevano a menadito: di cosa doveva ormai sorprendersi il festeggiato?

Tuttavia, Françoise voleva che così sempre fosse fatto, perciò, Joe evitò accuratamente di azionare il suo acceleratore molecolare su per le scale, in modo da lasciarle l’illusione della sorpresa, dunque, appena aprì la porta di casa sorrise, udendo il solito coro stonato cantargli:

- Tanti auguri a te, tanti auguri a te … -

Joe seguitò a sorridere a quel branco di ipocriti, gettando appena un’occhiata al corpo esanime di Bretagna steso sul pavimento, poi, avanzò verso Françoise e le disse falso come una moneta da 6 euro:

- Dai! Non me l’aspettavo! –

Lei ci credette, faceva parte di quella schiera di donne che si beveva tutte le castronerie racconate dai propri fidanzati, poi, gli si gettò al collo per abbracciarlo.

Una sottile coltre di invidia volteggiò amara per la sala … “Perché lui sì e noi no?”, si chiesero all’unisono Albert, Jet, Geronimo, Chang e Pu … nma, non Bretagna che ancora era svenuto, mentre osservavano quella scena smielata.

Con le lacrime agli occhi, Albert andò verso lo stereo per inserire un CD, ci mise un po’ per via del fatto che ancora non aveva capito che, a differenza dei dischi in vinile, questi vanno inseriti di solito in un cassetto dell’apparecchio e non su di un piatto, ma quando la musica invase l’atmosfera, poco prima che l’impazienza dei suoi collegi si facesse feroce, l’uomo si sentì più rilassato e dimenticò per un po’ la sua malinconia.

L’unica dama della festa, inutile dirlo, ballò con Joe, gli altri dovettero arrangiarsi, ognuno secondo le proprie preferenze: Chang ballò con Bretagna (di nuovo cosciente!), Albert ballò con Jet e Geronimo con Pu … Punma!

Arrivò il momento della micidiale torta di Chang: brutta a vedersi, banale come aveva detto Albert (che evitò altri commenti!), ma era anche l’unica disponibile, dunque, fu accettata.

Un cerogeno da 6 kili fu piazzato al centro del dolce, a mò di candela: quell’anno avevano voluto ardentemente evitare di comprare le solite ordinarie candeline, così, avevano acquistato quel terrificante coso in una bottega posta al fianco di un cimitero di provincia.

Chang accese la fiammella, Jet, vedendo quella luce fioca da funerale, desiderò mettersi a pregare ricordando la trisavola morta 100 anni prima, ma poi, toccò a Joe spegnere quel fuocherello, dopo aver espresso un vago desiderio, voleva rivedere Mayumi e lo espresse ad alta voce!

Geronimo prese un coltello per tagliare la torta, Françoise ebbe un guizzo malefico negli occhi vedendo la potenziale arma, Joe temette per la sua vita, Punma (evviva!) si affrettò, allora, ad afferrare l’utensile per gettarlo fuori dalla finestra, forse uccise qualche passante, ma non era importante, l’essenziale era aver evitato un nuovo dramma.

Spezzarono, infine, il dolce con le mani, cominciarono a mangiare, Chang ci aveva dato giù di brutto con un micidiale brandy irlandese invecchiato 180 anni e conservato dal Dottor. Gilmore aspettando la sua estrema unzione, ma dato il passare di tutti quegli anni, beh … tanto era valso utilizzarlo per “bagnare” il dolce per il compleanno di Joe!

L’atmosfera cambiò all’improvviso: il brandy si mescolò al liquido nutritivo che circolava nel sistema venoso artificiale del corpo artificiale di quegli uomini artificiali, Albert ci mise un altro quarto d’ora abbondante per inserire un CD di musica disco (anni 70), tutti gli stavano alla larga temendo un’imminete esplosione, a causa del brandy, della bomba che aveva nell’artificiale apparato digerente e poi … poi qualcuno fece un proposta indecente.

Jet, ridotto davvero male dai fumi dell’alcool, con il cervello artificiale ridotto in pappa, guardò Françoise e le disse in tono di sfida:

- Scommetto che mai saresti capace di amare qualcun altro aldilà di Joe! –

Quest’ultimo sgranò gli occhi, “Certo che può amare solo me, brutto nasone!”, pensò cinico.

All’affermazione di Jet si unì Albert, che mormorò:

- Nemmeno per me Françoise sarà mai in grado di amare qualcun altro! –

La ragazza, allora, si portò le mani al viso e disse imbarazzata:

- Non mi fate arrossire! –

A quel punto, giunse alle orecchie di tutti una sibilina frase di Punma ( e daiii!!):

- Lei non potrebbe sedurre nessun altro! –

Françoise lo guardò stranita, magari gli avrebbe volentieri sparato, ma non aveva armi tra le mani, dunque, si limitò a rispondere:

- Ho anche io il mio sex-appeal! –

Difficile capire dove fosse ‘sto sex-appeal, visto che indossava quel gonnellone osceno lungo fino alle caviglie, dunque, Bretagna le propose lasciando tutti senza parole:

- Saresti capace di fare una Lap-dance per noi? –

Joe trasalì, manco per lui l’aveva mai fatta la Lap-dance, dunque, intervenne seccato:

- Lei non la saprebbe fare, Mayumi, invece … -

Considerato quasi un maniaco compulsivo verso il ricordo della sua ex Mayumi, la sua frase fu accolta con qualche risata di scherno, mentre, la povera, indifesa Françoise, chinò il volto affranta, mentre diceva:

- E poi, anche se volessi, qui non c’è un palo! –

Presto fatto: Geronimo allungò un solo braccio fuori dalla finestra, afferrò il primo palo della corrente che gli capitò a tiro, lasciando senza energia elettrica mezzo vicinato e lo piantò nel pavimento della sala, sfasciando anche il tetto.

Mentre i calcinacci cadevano sulla sua testa, Françoise osservò il palo con aria incerta, Joe le sorrise e le disse:

- Dai che non ne sei capace! –

Punta sul vivo, la ragazza chiese ad Albert di inserire una musica adatta, lui scelse dapprima una lugubre marcia tedesca, poi, minacciato, decise di mettere un CD di musica meno tetra, “Lady Marmalade”.

Hey Sister, Go Sister, Soul Sister, Sister Flow
Hey Sister, Go Sister, Soul Sister, Sister Flow

He met Marmalade down in Old New Orleans
Struttin' her stuff on the street
She said "Hello,
Hey Joe, you wanna give it a go?" oh”

Joe si sentì preso in causa, era proprio il suo nome che sentiva cantare dalla voce di Patty Labelle, così, si sedette di peso sul divano e stette a guardare.

Françoise accennò ad un breve spogliarello, l’orrido gonnellone volò via, la semplice maglietta rosa volò via, le scarpe volarono sulla fronte di Bretagna, che però stavolta non svenne, poi, si avvicinò all’enorme palo piantato da Geronimo nel pavimento e cominciò a ballare coperta solo della sua biancheria inaspettatamente sensuale.

Gitchi Gitchi Ya Ya Ta Ta
Gitchi Gitchi Ya Ya Here
Mocha choca lata Ya Ya
Creole Lady Marmalade

Voulez-vous coucher avec moi, ce soir?
Voulez-vous coucher avec moi?

Increduli, Albert, Jet, Chang, Bretagna, Geronimo e Pum … (ahia!) Punma, osservarono la loro collega ballare, mai vista in quel modo, così disinvolta, provocante e quello smarrimento sensuale, misto al Brandy destinato all’estrema unzione del Dottor. Gilmore, fece il resto.

Albert fu il primo a sognare ad occhi aperti:

Germania della seconda guerra mondiale: lui e Françoise che fuggivano da un gruppo di soldati nazisti, lei mascherata da tigre della malesia, ad un certo punto, i due trovarono rifugio nella torretta di uno dei naziskin, il più feroce, un certo Will Massaker, premiato più volte dallo stesso Fuhrer per i suoi svariati meriti di guerra.

Lì nascosti nella torretta, Albert e Françoise si guardavano spaventati ed innamorati al contempo, lei gli teneva nelle sue la mano bionica di lui e gli diceva:

- Potrei morire con te adesso … mi basta che tu sia qui! –

- Forse non avrei dovuto portarti qui, nella torretta di quel boia, vestita da trigre … - esitò Albert fissandola negli occhi verdi

Lei non poteva fissarlo negli occhi, lui era privo di pupille, tuttavia, carezzandogli la mano bionica, gli rispose:

- Fosse anche la torretta del Fuhrer in persona, io resterei con te lo stesso! –

- Françoise, io … - mormorò Albert in tono accorato

Lei gli sorrise, mentre seguitava a carezzargli la mano di ferro, poi, gli disse:

- Chissà quante cose sai fare con questa mano … -

- Ci uccido i nemici, ma … - osservò lui

- Quanto sei sensualmente brutale! - mormorò lei con voce roca

Intorno a loro cascavano bombe, razzi, i colpi di mitra si sprecavano, ma Albert sentì che nulla poteva distrarlo da lei

- Ho anche il ginocchio pieno di bombe ed una lama nell’altra mano! - le disse, perciò

- Mi ci affetterai le zucchine per la cena di stasera! - rispose lei bramosa

- Ho anche quella bomba atomica … - insinuò Albert

- Come sei in tema, mio supremo dio della morte! - sospirò Françoise piena di passione, che lui poteva scorgere chiaramente sotto la maschera da tigre

La mano di lei si fece più audace, salì fino al braccio di lui, poi sul petto, poi … un poderoso battere di mani interruppe il suo sogno: Albert tornò alla realtà ed urlò dentro di sé, il nome del suo amore morto almeno 70 anni prima, Hilda!

Anche Jet fu pervaso all’improvviso da un sogno a sfondo soft-erotico:

Stati Uniti d’America, New York City: lui e Françoise avevano appena assaltato una banca, la loro era una vita avventurosa, se non si mettevano a ballare in mezzo alla strada alcuni brani del musical “West side story”, si divertivano a svaligiare banche e negozi.

Loro due, uniti dal crimine, contando l’incasso dell’utlima rapina, si guardavano estasiati, lei, allora, gli disse:

- Eri un teppista prima di diventare cyborg e la tua figura criminale mi ha sempre incuoriosito! –

- Era un teppista anche Joe! - mormorò lui a mezza voce

- Sì, ma teppista come te, non è nessuno! - replicò, allora, lei

- E che mi dici del mio naso?! - si preoccupò Jet, perso nella bellezza del viso di lei

Françoise gli fece un sorriso e disse:

- E’ l’ultima cosa alla quale penso alla sera e la prima alla quale penso al mattino! –

Erano seduti su di un prato, da lontano giungevano i suoni delle sirene della polizia, li stavano cercando, ma loro non se ne curarono, si strinsero in un abbraccio soave, finalmente, lei si era accorta di lui, aveva abbandonato Joe, i suoi tradimenti, le sue insicurezze ed aveva cercato un futuro sicuro tra le sue braccia, un futuro avventuroso fatto di tante fughe rocambolesche.

Si distesero sull’erba, il corpo di lui su quello di lei, la brezza che soffiava tra i loro capelli, Jet le carezzò il viso, poi il bianco collo dalla liscia pelle artificiale, poi, scese più in basso, niente silicone quel giorno e poi … poi l’urlo disumano di Bretagna che incitava Françoise a ballare ancora, lo fece tornare alla realtà.

Aveva solo sognato, non era più un teppista e lei amava ancora Joe, che la guardava inebedito, senza intervenire.

Geronimo evitò per un po’ di lasciarsi andare a cattivi pensieri, lui era un uomo saggio e di saldi principi, ancora legato ai valori del vecchio West, eppure, le curve di Françoise fecero breccia anche nel suo cuore:

America centrale: Geronimo e Françoise se ne stavano da soli nel loro carro ad osservare il cielo stellato, Joe era stato tramortito poco prima, lui l’aveva afferrato per il collo e lei non gli aveva chiesto di lasciarlo andare, anzi, aveva atteso che perdesse i sensi, bramosa di restare da sola con il suo nuovo grande amore.

Guardando le stelle con lei, Geronimo sentiva rinascere in lui tutto il suo attaccamento per il selvaggio west, con il suo abito lungo e la cuffietta sulla testa, Françoise era l’immagine di una donna dell’epoca e questo lo faceva ribollire di passione.

Cos’erano i suoi 2 metri d’altezza al cospetto della bellezza della sua collega?

Si sentiva piccolo, quasi un bambino e lei lo coccolava con paroline in francese, ignorava le richieste di aiuto di Joe ancora steso sull’erba a pochi passi da loro, ciò voleva dire che lo aveva dimenticato.

- Geronimo! - sussurrò la ragazza poggiando la testa sul petto di lui

Geronimo le sfiorò i capelli, pensò ad un futuro bellissimo per loro, in una modesta casetta, un ranch con qualche cavallo, due pecore e tre cani da pastore, poi, le disse:

- Mai avrei immaginato di poter giacere qui con te! –

- Nemmeno io! - rispose lei con voce soave

- Io, cioè … - esitò lui intimidito - vorrei con te … -

Françoise capì, sollevò la testa, si slacciò lo stretto bustino, ci mise mezz’ora per farlo, lui la guardava rapito, infine, lei gli disse arrossendo:

- Sìì dolce con me! –

Geronimo annuì, si sollevò a sedere, l’avvolse tra le sue braccia, a momenti la stritolava, la sentì gemere di dolore, perciò, allentò la presa, poi, guardò il suo esile corpo e stava per toccarla dolcemente, quando si accorse di aver inavvertitamente stritolato per davvero Bretagna, che non aveva fatto in tempo a trasformarsi in un topo per sfuggire da quella stretta.

La realtà era tornata prepotente con i gemiti di inaudito dolore del suo povero collega, lo guardò perplesso, vergognandosi un po’ per il suo sogno, mentre la vera Françoise ballava ancora intorno al palo.

Joe, frattanto, arrabbiato finalmente, decise di uscire sul terrazzo per non vedere: mezza città era al buio per colpa loro, pensò di tornare dentro per dire agli altri di finirla, ma Chang lo chiuse prontamente fuori, cosa che fu accolta da tutti con un’esclamazione di netta soddisfazione.

Il piccolo cinese si lasciò andare anche lui ai sogni, guardando la giovane Françoise alle prese con la sua danza.

La vide nel suo ristorante, vestita con un abito tipico cinese, che, seduta sul bancone, attendeva che lui finisse di cucinarle un piatto tipico, scaldandolo con l’ardente fiamma che gli usciva dalla bocca.

- Come sei caldo, Chang! - le disse lei, guardandolo con passione

Lui si sistemò il cappello da cuoco, poi, le disse:

- So fare di meglio! –

Cominciò, così, ad incendiare le tende, poi, incendiò i tavoli e le sedie, Françoise, intanto, si era distesa sul bancone e lo attendeva incurante del fuoco che si espandeva tutto intorno, lui la vide avvamparsi come una giovane fiamma, quella visione lo fece esaltare, ma poi … fu spento dal getto di un estintore, che Punma gli stava scaricando addosso per farlo spegnere.

Era stata troppo violenta per lui quella passione, si disse il cinese tornando bruscamente alla realtà.

Anche Punma, di solito compassato, si immerse nel suo sogno ad occhi aperti.

Immaginò Françoise placidamente distesa sulla bianca spiaggia della sua terra, mentre lui, in acqua, giocava con i delfini, poi, lei si sollevò e dopo essersi sfilata il sottile bikini bianco, lo raggiunse tuffandosi tra le onde e lì, lui le andò incontro per abbracciarla.

- Oh, Puma! - sussurrò lei, ridendo

- Punma! - la corresse lui esasperato - Cavolo, sono anni che ci conosciamo e tu ancora mi chiami Puma! Il mio nome è Punma! –

- Puma! - inistette lei

- Ah, ma allora sei … - stava per offenderla lui, quando si accorse che di fronte non aveva il viso angelico di lei, ma quello squadrato di Albert

- Puma! La casa va a fuoco! - gli disse quest’ultimo allarmato

Il ritorno alla realtà fu violento per il povero Punma, che, essendo esperto di acque, dovette correre in cucina a prendere un secchio d’acqua per spegnere l’incendio che poco prima Chang aveva appiccato.

Quel caos fermò di botto la danza di Françoise, proprio mentre Bretagna, ripresosi dalla stretta micidiale di Geronimo, stava per cominciare il suo sogno … un palcoscenico di Londra e loro due sul palco, da soli, nudi, in una rappresentazione naturalistica.

Disperato, il povero cyborg inglese cercò di placare gli animi, intorno a lui un fuggi fuggi generale, una secchiata d’acqua lo raggiunse in pieno, spossato andò ad appoggiarsi al palo della corrente e finì per fulminarsi, ma nessuno lo udì rantolare per terra.

Intanto, Françoise si era rivestita ed era andata ad aprire a Joe, che da mezz’ora picchiava contro i vetri per frasi aprire.

- Pensi che Mayumi sia ancora più brava di me? - gli chiese, appena lo ebbe di fronte

Lui, passandosi una mano tra i folti capelli dal colore cangiante, le rispose:

- Sì, di lei sì! –

- Oh, Joe! - sussurrò lei al settimo cielo

Si abbracciarono, le sirene dei pompieri già si udivano da lontano.

Joe attese qualche istante con la sua bella tra le braccia, poi, la scostò da sé e le disse guardandola negli occhi:

- Di Tamara, no! Lei di certo avrebbe fatto di meglio! –

Voulez-vous coucher avec moi, ce soir?
Voulez-vous coucher avec moi?

© 03/08/ 2012

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